“Per diventare re bisogna prima conoscere il mondo reale”, come dire che per articolare in modo corretto il linguaggio è necessario semplicemente prima imparare a parlare con se stessi, sapersi ascoltare, e ancor prima imparare a respirare bene. Controllare al meglio i meccanismi del respiro, dell’emissione della parola e capire come coordinare ed equilibrare corde vocali, diaframma, bocca, gola, addome e polmoni è infatti fondamentale per superare la balbuzie. Ci sono passati in tanti, anzi, tantissimi, attraverso la balbuzie. Anche personaggi insospettabili, divenuti poi vere icone dello star system.
Avete presente, ad esempio, Ed Sheeran, l’idolo del pop di milioni di teenagers. Il rosso cantautore britannico, inserito nel 2017 dal settimanale Time tra le 100 personalità più influenti del pianeta, prima di diventare tale ha fatto i conti con la balbuzie fin dall’infanzia: “La cosa che trovavo più difficile – ha raccontato – era sapere cosa volevo dire ma non riuscire ad esprimerlo correttamente”. E ne è uscito alla grande il nostro Ed, con tanta terapia mirata e tanta musica. “Imparare a respirare bene per cantare bene – ha aggiunto – è stato fondamentale, fin dall’età di 9 anni cercavo di imparare le canzoni di Eminem a memoria e di cantarle tutte d’un fiato, è stato molto importante per me”. Ma ci sono tante altre personalità, che con la voce “lavorano”, che hanno superato l’ostacolo della balbuzie. Dal simbolo della ‘vittoria’ sulla balbuzie, ossia Re Giorgio VI d’Inghilterra (ricordate lo splendido film ‘Il discorso del re’ valso l’oscar a Colin Firth?!!), al campione di golf Tiger Woods, dal duro a morire Bruce Willis al celebre chitarrista e fondatore degli Oasis Noel Gallagher, senza dimenticare l’inventore del rock & roll, ossia Elvis Presley. Tutti balbettavano. E tutti loro hanno risolto il problema. Ma vediamo insieme che cosa è effettivamente la balbuzie.
La balbuzie, inquadriamo il problema
La balbuzie è un disordine nel ritmo della parola, nel quale l’individuo sa con precisione cosa vorrebbe dire, ma allo stesso tempo non è in grado di dirlo a causa di arresti, ripetizioni e/o prolungamenti di un suono che hanno carattere di involontarietà.
Tale patologia è legata, dunque, alla voce e agli organi della fonazione/comunicazione e necessita quindi di un approccio terapeutico da parte del medico otorinolaringoiatra, lo specialista più competente per intervenire sulla balbuzie fin dall’infanzia.
Perché, e lo dimostrano le statistiche, il problema si presenta tipicamente in età prescolare (balbuzie primaria), fra i 3 e 6 anni. I dati rivelano che il 5% della popolazione ha balbettato in qualche periodo della sua vita; l’1% delle persone continua tuttora a balbettare; ci sono più balbuzienti di sesso maschile che di sesso femminile in una proporzione di 4 a 1.
Diagnosi e statistiche
Per effettuare una diagnosi di balbuzie il soggetto deve avere un’età di almeno 5-6 anni, è assai frequente infatti che nel periodo precedente si possa manifestare una forma transitoria più lieve dovuta all’evoluzione dell’acquisizione del linguaggio, durante la quale l’ambiente che circonda il bambino è ricco di stimoli e suscita il desiderio di apprendere e esplorare attraverso la naturale curiosità di questa fase, accade che la necessità del bambino di capire e comunicare spesso incessante, sovrasti le effettive capacità ed abilità del bambino stesso. In questo periodo possono presentarsi normali difficoltà nella produzione di suoni, nel vocabolario e nella strutturazione delle prime frasi: ripetizioni di parole, sillabe, esitazioni si verificano frequentemente nelle prime fasi di acquisizione del linguaggio anche in bambini non balbuzienti, anche se è opportuno tenerli sotto osservazione, nella maggior parte dei casi si ha una risoluzione spontanea. Ma spesso è importante tenere monitorato il bambino perché può essere opportuno intervenire fin dall’infanzia. Per avere una diagnosi di balbuzie, comunque, è necessario che il meccanismo si sia consolidato.
Balbuzie e respiro
Spesso i balbuzienti hanno una respirazione irregolare e tendono a parlare con poca aria nei polmoni o addirittura senza. Alcuni tendono persino a parlare durante la fase di inspirazione, questa mancanza di coordinazione della respirazione dà la sensazione di non poter parlare ed innesca meccanismi d’ansia, a loro volta responsabili dell’aggravamento della balbuzie. Ecco perché diviene fondamentale che il paziente si affidi ad uno specialista otorino, l’unico in grado di lavorare a largo spettro, con esercizi specifici sui meccanismi dell’emissione della parola a livello della laringe (corde vocali), del diaframma e della coordinazione del respiro fra bocca, gola, addome e polmoni.
I diversi tipi di balbuzie
Si distinguono due diversi tipi di balbuzie date dalla differente modalità di manifestazione:
– Balbuzie clonica che si manifesta con una tipica ripetizione delle sillabe.
– Balbuzie tonica nella quale si osserva un improvviso arresto dell’emissione vocale, accompagnato da una reazione emotiva e da ripetuti tentativi di riprendere a parlare.
Esiste anche una terza forma di balbuzie, che comprende sia la forma clonica che la forma tonica e prende il nome di balbuzie mista.
Si può effettuare inoltre una distinzione tra:
Balbuzie primaria:
Chiamata anche pseudo-balbuzie quando la stessa si manifesta in maniera apparente e transitoria: è tipica dell’età prescolare fra i 3 e 6 anni ed è quasi sempre episodica. È costituita da fisiologiche ripetizioni sillabiche iniziali, intermittenti esitazioni causate dalle tipiche immaturità organico-sintattica e semantica, ossia le difficoltà nell’acquisizione del linguaggio. Non si accompagna a fenomeni emotivi e generalmente scompare spontaneamente.
Balbuzie secondaria:
La balbuzie secondaria, o vera balbuzie, si presenta in età scolare, a volte è una complicanza della balbuzie primaria e va incontro a cronicizzazione. È caratterizzata da manifestazioni sintomatologiche quali blocchi, ripetizioni, esitazioni e prolungamenti dovuti a spasmi dei muscoli che ‘lavorano’ nella respirazione e nella fonazione. Talvolta sono presenti tic e movimenti muscolari involontari del viso e del collo. La consapevolezza della balbuzie coinvolge la sfera emotiva del soggetto complicando le manifestazioni: ansia, frustrazione, stress, fobie, senso di inferiorità e reazioni vasomotorie quali tachicardia, dispnea e sudorazione.
Gli effetti sociali della balbuzie
Accanto alla sintomatologia esterna descritta, vi è una sintomatologia “interna” che riguarda alterazioni del comportamento e degli atteggiamenti che condizionano pesantemente l’esistenza del paziente e lo limitano in diverse aree: scelte professionali, studio, vita affettiva. Infatti la preoccupazione per il disturbo può generare ansia e provocare sentimenti di frustrazione, cui segue scarsa autostima. Non incontrando la realtà in modo soddisfacente, il soggetto prova una costante insoddisfazione personale. Intrappolato nel conflitto tra il desiderio di parlare e l’impossibilità o l’incapacità di farlo, ogni scelta esistenziale rischia di essere fatta in rapporto alla minore necessità di parlare o di affrontare situazioni di impegno verbale che non può sostenere. Il problema del linguaggio può causare difficoltà a scuola (l’importanza data all’esposizione orale delle materie di studio), difficoltà nella vita relazionale (può essere imbarazzante l’approccio con l’altro sesso) e professionale (si può essere preclusi da molte professioni). Il disagio varia da situazione a situazione, ma è più grave quando vi è una speciale pressione a comunicare: nella lettura orale ad esempio, ma nel colloquio con se stessi (perché a tutti noi capita qualche volta di parlare ‘da soli’, tra noi e noi) è spesso assente. Infatti anche nelle fasi più intense la balbuzie non si manifesta mai in tutte le situazioni ed è molto variabile.
Come affrontare e risolvere la balbuzie?
Per dominare la balbuzie occorre affrontare il problema sia dal punto di vista psicologico, imparando a gestire in maniera positiva la propria impulsività, ma anche attraverso esercizi mirati che vanno a ristabilire l’equilibrio voce-respiro agendo sui muscoli delle zone orale, cervicale e diaframmatica interessati da tensioni atipiche e sui meccanismi dell’emissione della parola a livello della faringe. Si rende necessario questo lavoro su un duplice fronte perché la vera causa della balbuzie probabilmente risiede in un meccanismo psicologico ancora sconosciuto e risulta importante dare gli strumenti giusti alla persona balbuziente per fare ordine tra pensiero e linguaggio, perché spesso troppo tempo intercorre tra ciò che c’è da dire e la possibilità di dirlo. Al riguardo è opportuno diffidare delle terapie di gruppo spesso proposte da presunti centri specializzati su forum on line e pubblicitari, esse infatti risultano poco efficaci perché non in grado di garantire l’adeguata e mirata terapia, quella che solo uno specialista otorino, la figura professionale più autorevole nella diagnosi e cura dei disturbi della voce e del linguaggio, può invece fornire.
Diagnosi approfondita e terapia personalizzata della rieducazione
La rieducazione si articola attraverso esercizi, molto spesso eseguiti sotto controllo video endoscopico della laringe, in modo che, siano effettivamente efficaci sul rilassamento e sulla coordinazione dell’apparato ‘fonatorio’, quello che consente l’emissione dei suoni durante l’espirazione, grazie a diversi organi connessi con il processo della respirazione. Il trattamento si articola in molteplici atteggiamenti fonatori completamente naturali. Quando parliamo di ‘atteggiamenti fonatori’, parliamo di ciò che accade ai nostri organi deputati a produrre e far uscire la nostra voce. Durante la fonazione, sotto l’impulso dell’aria espirata, le corde vocali vibrano e da questa vibrazione deriva la voce, che si trasforma in parola a livello della faringe e della bocca, proprio a seguito dei diversi atteggiamenti assunti da palato molle, lingua e labbra. Il fondamentale atteggiamento fonatorio da ‘allenare’ è in particolare il corretto utilizzo del diaframma nell’emissione della voce, (mediante percorsi di lettura ad alta voce e con tanta ginnastica dei muscoli coinvolti nell’articolazione verbale).
Questo trattamento permette effettivi miglioramenti fin dai primi giorni che si mantengono stabili nel tempo. L’apprendimento delle tecniche permette di raggiungere buone capacità di comunicazione verbale.
Il balbuziente può affiancare la rieducazione fatta insieme al medico otorino ad esercizi casalinghi di respirazione profonda e rilassamento sia mentale che corporeo in maniera da calmare lo stato d’ansia che coglie la persona balbuziente, possono essere utili anche dialoghi allo specchio immaginando un interlocutore diverso da sé e letture ad alta voce che permettono di migliorare l’espressività.